Agostino Garda
“Già avevo notato suoi lavori in più di una
rassegna pittorica ed in svariati concorsi
ma l’incontro vero, però, avviene a Borgo
San Giacomo dove Ivo ha esposto, su invito
della civica biblioteca Giovanni Pasquini,
in occasione dell’ormai tradizionale mostra
di pittura voluta nell’ambito delle
manifestazioni per la festa patronale.
Quadri importanti questi di Ivo, ben
costruiti con sapienza tecnica e con
ispirazione convinta e coinvolgente.
Spatolate di luce individuano piani
architettonici in cui paesaggi si
ricompongono scenograficamente, dopo
l’apparente destrutturazione.
Gli spessori materici, inoltre,
contribuiscono a creare importanze murali,
tanto che le case paiono di calcestruzzo
grumoso, non finito oppure corroso dal
tempo.
Sezioni ora quadrate, ora rettangolari
vogliono tradire le linearità dei caseggiati
e, in un lento movimento di avvicinamenti e
di lontananze, regolano vita all’impianto
pittorico, altrimenti fisso.
Alberi sinuosi, un poco palme ed un poco
salici, si insinuano tra gli spazi per
garantire un’eleganza in più.
Certo è che mai si tratta di cartolina
perchè una “lente magica” intinta nel blu,
oppure nell’azzurro, ma anche nel bruciato
d’una foglia autunnale, ovatta la verità dei
colori per lasciar posto alle verità della
fantasia, del pensiero e del cuore. Un
pensiero a parte per i fiori: girasoli ormai
maturi, forse troppo cotti dal sole sembrano
uomini provati dalla fatica, da quella più
difficile da consumare, quella
dell’esistere.
Così come le tele tagliate in cui è inserito
uno specchio non sono altro che volontà di
raddoppiare gli spazi, di cercare nuove
dimensioni, di donare luccichii riflessi che
la verità non sa più darci.
Questi non sono facili omaggi e scontati
ammiccamenti all’avanguardia, sono urgenze
dello spirito d’un pittore che reclama altri
spazi, luoghi migliori in cui ristorare
l’occhio e far albergare le idee.” |